Descrizione
Francesco è uno dei tanti artigiani dell’antiquariato e del restauro che hanno il loro laboratorio e negozio nel centro di Firenze. Un giorno riceve, contestualmente a suo cugino Giulio, che vive e lavora a Milano nel campo bancario e della finanza, la convocazione per presentarsi presso un notaio di Firenze, per comunicazioni che riguardano il lascito testamentario di un loro zio, Vincenzo, anch’esso antiquario, fratello dei loro genitori, emigrato in America quando loro erano ancora molto giovani, a causa di dissapori sorti con i suoi fratelli mai però del tutto chiariti. Francesco, pur non conoscendo esattamente i motivi dell’allontanamento di Vincenzo da Firenze, intuisce però, dal ritrovamento, in uno scatolone ammassato nella soffitta di casa, di vecchi carteggi di suo padre, che i disaccordi originarono da delle divergenze sorte intorno ad un quadro dal titolo “Ritratto di gentiluomo”. Attraverso la testimonianza di un vecchio amico anch’egli artigiano d’oltrarno, Fiorenzo, rivivono le atmosfere di quel periodo e la storia del quadro, le ricerche fatte per l’attribuzione del suo autore e tutte le vicende che intorno ad esso si snodarono. La lettura del testamento che, come in un gioco dell’oca appositamente architettato, svelerà le disposizioni lasciate da Vincenzo, sorprenderà tutti i protagonisti. L’intera vicenda, tra presente e passato, è l’occasione per ciascun personaggio di rivedere la propria storia e le proprie convinzioni personali e a giungere a riflessioni più profonde sul valore dell’arte anche come strumento di miglioramento e di crescita interiore.