Descrizione
ENRICO ANDREOLI. Nato a Negrar di Valpolicella (VR) nel 1980, è sposato ed ha una figlia. È consulente legale e giurista sanitario, giornalista ed ama scrivere poesie e racconti. Finora ha pubblicato: “Le Perle del Veneto Parte I”, una prima raccolta delle bellezze provenienti dalla sua Regione di appartenenza con l’intento di proseguire la esplorazione della Penisola italica, e diverse raccolte di poesie all’interno delle collane “Le tue parole n.51” (2019), “Emozioni n.29” (2020), “Note n.22” (2021) e delle Agende del Poeta (2021 e 2022), edite dalla Casa Editrice Pagine.
Europa
Ove vivo e radico il mio cuor
appar sempre chiaro e dilata il mio onor,
di militar nel Continente che civiltà curò
or voglio presentarvelo in giocoso Rondò.
S’affaccia all’acque atlantiche la terra lusitana
gente semplice ed umile vi accoglie con gli occhi,
il Fado e il bel clima distribuiscon rintocchi
la Porta del Tavolier vi saluta con alma umana.
Prossimo e con movimento si snoda il suol ispanico
lugar di corride, festa, passion e flamenco,
il sol vi bacia tra Castilla real e Catalogna naval
non vi è esser che non ami sua magica dispersion.
Al di là dei Pirenei, riservata e orgogliosa
nazion transalpina, madre di Napoleone,
a ben donde delle ville ha grande opinione
vallate, piane ricche e natura rigogliosa.
Salpiam da Calais e miriam scogliere bianche
Albione celtica e normanna al lato manco si conduce,
le contee, la grande Londra e il nobil aplomb la distinguon
Galles e Scozia concludon la tavola.
Verso il sol che occide risiede silenziosa,
l’isola del trifoglio con il verde incantante,
viste sterminate, pelago e brezza sibilante
non completa a volte si sente, ma parla rispettosa.
Volgendo in terra ferma, in culmine franco a settentrion
sconfinar nello spirto vallone, avamposto di Eliseo,
fiammingo sentir e nordico curiosar
belga union di luppolo e delizie dolciarie.
Poniam il nostro piede nel paradiso dei fiori
Paesi Bassi, animi cupi posson risorger agli albori,
biciclo ivi ìmpera con silente frastuono
e il ghiaccio, a pattinar, si rivela buono.
Il Granducato solitario decide di molte sorti
qui trovan alloggio numerose corti,
confine con il globo teutonico
di chi il sogno unito conservar vuol unico.
La penisola danese, iperboreo incipio
regno di Andersen, baltico imbocco,
citata da Shakespeare, contegno a volte barocco
con tenace perseveranza scioglie cadun inghippo.
Ormeggian lassù nel Mar di Settentrion
l’isoletta ventilata di pecore e monton,
vulcanica landa che Terra Verde guarda
lunar sembianza con giacer di vegliarda.
Norvegia, conquista artica
ispira avventurieri del sol notturno,
fiordi e monti, remoto stupor
le dan prima di triade nordica.
La median Scandinavia stupisce per bontà
tra rigide avversità e calme contrarietà,
dall’alto sorveglia i cugin dell’altra sfera
vita più isolata, ma autentica e vera.
Il finnico sguardo penetra iridi foreste
ermetico porsi, ma spensierato gioir,
casa del Babbo di regali, sogno dei piccini,
fascino lappone, arduo da espor.
Le tre piccole sorelle baltiche unite stanno
piccolo coro sembran sempre intonar,
sulla pianura sarmatica, imponente a guardar
più belle, estoni, lettoni e lituane patrie ogni anno.
La magion di Giovanni Paolo
libera dalla Cortina, potenza rivendica,
tra germanico zelo e russo orgoglio
guida forte e sicura per l’europeo convivio.
Sotto i Sudeti, patria di Veceslao
capofila di libertà dal sovietico tiranneggiar,
boema onestà, praghese primavera i ricordi da dorar
la ceca popolazion dagli antichi similar ha detto ciao.
Slovacca vicinanza rimembra i tempi andati
division amical e pacifica, il grande merito,
rispettosi e felici or gli abitanti son
diplomatiche amicizie da scoprir giungono.
Terra magiara e combattiva
gelosa di idioma e di invettiva,
il lago più grande custodisce
le danze son aperte per chi le gradisce.
Frontiere balcaniche si guardan e si calmano
sloveni, dalmati, serbi convivono, ma non s’amano,
interesse comune or antepor si deve
la storia il lor passato rispettosa si beve.
Leve rumene e bulgare compaion
ricordi non belli, ma rinati appaion,
strada lunga e tortuosa passan
se le sorti europee voglion divider.
La culla ellenica di democrazia
nell’egeo placidar con riposo,
l’aver insegnato il governo, insuperabil mercanzia
sua grandezza da elencar tentar non oso.
Disancoriam al mediterraneo mediano
Cipro e Malta, i due Bravi del mondo titano,
entrar si può, con deferenza massima
in tal guisa esperienza ottima.
Italia, meraviglia dell’universo
miglior anche se il mondo fosse reverso,
bellezza qui dimora da millenni e non si sposta
se vi passate, l’occhio prosegue, ma il battito resta.
Elvetiche e austriache colonne stabilizzan tutto
si bilancin i popoli con far zitto,
affondan tra le Alpi le radici magiche
sembran distanti, solitarie, ma amiche.
Teutonica estension infine règola
indole coriacea fermar non si può,
a dir “brava e precisa, ma di più no”
con il lavoro ci ripara, montando ogni tegola.
Tante visioni, molti intimi nel Continente
da tempo immane la gente non era ridente,
difficile è concertar tanti figli capricciosi
memori di passato smetton d’esser lamentosi.
Vi chiedo, meglio la pace o la guerra?
un libro di storia e guardate com’era,
chi è triste senza travaglio si ricopra di speranza
il cultural interscambio termina lagnanza.
Europa,
hai sofferto tanto, ma la pena ne è valsa
tu rimanga in quiete, con accortezza,
giungerà con calma la tua rivalsa
velocità diverse, varietà e dissidi, tal è la tua bellezza.
30 giugno 2014